La Cooperativa è nata e svolge attività dal 1987. E’ stata costituita per la volontà di dare risposte specifiche a disabili, nel quadro di un percorso di volontariato svolto nel campo dell’handicap, a sua volta espressione dell’attività di una comunità di ispirazione religiosa, l’Ordine Francescano Secolare dei Cappuccini di Arezzo. Nel percorso compiuto dalla “Cooperativa il Cenacolo” un elemento significativo è stato il collegamento con l’Istituto di Riabilitazione di Agazzi, con il quale vengono impostati progetti comuni di inserimento lavorativo di persone disabili. Tali progetti hanno come obiettivo anche l’uscita dall’Istituto, in un quadro di deistituzionalizzazione, verso strutture intermedie (Comunità Alloggio) o verso la vita indipendente (Appartamenti Assistiti), delle persone disabili che vengono inserite nelle attività lavorative. Particolare attenzione è stata sempre dedicata alla selezione delle attività, alle caratteristiche di adeguatezza delle stesse a poter essere svolte da disabili, con lo scopo di fornire attraverso di esse servizi di qualità, e non realizzare attività con caratteristiche assistenziali più che di effettivo inserimento lavorativo.
Svolgimento e gestione di attività diverse - agricole, industriali, commerciali e di servizi – finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate come previsto dalla legge 381/1991 (art. 1 lett. B). Lo svolgimento delle diverse attività potrà essere utilizzato anche per la formazione professionale e un graduale avviamento al lavoro delle persone svantaggiate socie della cooperativa. Questa si propone di svolgere anche una costante sensibilizzazione verso i problemi delle persone svantaggiate, proponendo e organizzando iniziative tese a favorire un loro migliore inserimento sociale e il raggiungimento della massima autonomia possibile. Particolare attenzione sarà rivolta a creare occasioni di inserimento sociale e lavorativo di persone svantaggiate ricoverate in Istituti o in Comunità confinate.
La nostra Comunità nasce verso la fine degli anni sessanta, in un clima sociale molto impegnativo in cui le coscienze sono divise tra la rivoluzione culturale e la ricerca, nella spiritualità, del significato dell’esistenza; nasce per l’impegno e la fede del nostro padre assistente e di alcuni fratelli ancora presenti tra noi con le loro famiglie e che hanno vissuto la loro vita nel segno del carisma francescano e sono diventate, nel tempo, i punti di riferimento per chi si avvicina per la prima volta a questa esperienza. L’inizio è pieno di ideali vissuti d’impulso ma anche con un certo disorientamento legato alla ricerca della propria vocazione; forse è stata anche la fase in cui qualche posizione assunta è stata in seguito ripensata; tuttavia è anche il momento in cui si va delineando la vocazione e la scelta che poi la fraternità riconoscerà nel futuro come propria: la scelta, cioè, di vivere la Comunità come un’esperienza di fede nel segno di Francesco ma, come lui, anche con un forte impegno nella realtà sociale in cui ci troviamo a vivere . Da questo quindi, nascono le prime riflessioni e la ricerca di contesti esterni in cui fosse possibile dare un contributo in termini di amicizia e di solidarietà. Avviene così l’incontro prima con i bambini dell’Orfanotrofio e asilo infantile Orsola e Virginia Palazzeschi di Subbiano e in seguito con le famiglie ed i ragazzi seguiti dall’Istituto Medaglia Miracolosa di Viciomaggio: con quest’ultime è avviato anche un percorso di incontri presso l’Istituto e il Cenacolo, la nostra casa; il tutto avviene con una modalità molto semplice, senza requisiti o specializzazioni particolari se non con il desiderio di condividere la propria esperienza e la propria vita con chi si trova in una posizione di svantaggio. Siamo alla fine degli anni Settanta e l’evoluzione di questa prima fase è in realtà molto veloce e ben presto la Comunità, dopo aver sperimentato l’esperienza dell’incontro settimanale del sabato, riesce ad organizzare una prima vacanza a Pieve a Pelago con la partecipazione degli “amici del sabato” con la disponibilità di tanti fratelli ed il sostegno forte di alcune suore francescane; questa esperienza, che quest’anno sarà alla 35ma edizione e che ora si svolge nel mese di agosto all’Alpe di Poti, grazie alla generosa disponibilità delle sorelle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, è stata negli anni un punto di riferimento e di approfondimento del rapporto con gli amici diversamente abili. Negli anni ci siamo però resi conto che camminare al fianco di queste persone, fratelli privilegiati in Cristo, significava anche partecipare ai loro bisogni interiori e di integrazione con il mondo esterno. Proprio in questo senso nasce, per ispirazione e impegno di qualcuno ma con il coinvolgimento di tutta la fraternità, l’idea (o forse sarebbe meglio dire il bisogno) di andare oltre nella condivisione dell’esperienza di vita e così prende corpo e consistenza la Cooperativa Sociale il Cenacolo in cui 1 alcuni fratelli disabili riescono a trovare una collocazione lavorativa, congiuntamente con altri fratelli che hanno scelto di costruire anche la propria esperienza professionale in sintonia con la vocazione della fraternità.
Oggi la cooperativa conta 80 dipendenti, di cui oltre la metà con invalidità e gestisce alcune attività che vanno dai servizi socio sanitari, ad un esercizio commerciale, alla gestione di un ristorante; in questo percorso, decisivo è stato anche l’appoggio e lo stimolo che è venuto dall’Istituto di Agazzi, Centro di riabilitazione Divina Provvidenza dei Padri Passionisti, la cui direzione sanitaria è affidata ad un fratello della comunità, cresciuto nel segno dell’utopia francescana. Questo percorso, iniziato con l’O.F.S. e proseguito con la Cooperativa passando per l’Associazione di Volontariato (costituita per meglio condurre sia la vacanza di Poti che la gestione dei rapporti con l’esterno, anche dal punto di vista fiscale), avrebbe avuto il suo logico completamento con la realizzazione di una “Casa Famiglia”, progetto che per motivi diversi non è andato in porto: essa sarebbe stato uno strumento nelle mani della Provvidenza per contribuire a risolvere il problema del futuro per le famiglie dei nostri “ragazzi del sabato”; ebbene, la neo costituita Fondazione “Riconoscersi”, nata su iniziativa e con l’impegno di alcuni fratelli della comunità e che avrà sede nell’edificio del Convento dei Cappuccini, realizza questo nostro vecchio desiderio e contribuisce al progetto, in una prospettiva più ampia, di solidarietà sociale e assistenza socio - sanitaria a favore di persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale. E’ importante affermare che in questo nostro cammino abbiamo incontrato molta disponibilità nei fratelli del primo ordine del Convento di Arezzo che ci hanno sempre appoggiato e sostenuto, nella Chiesa locale che ha sempre guardato la nostra realtà come a un’esperienza che veniva dal sentirsi figli dello stesso Padre, ma anche nelle istituzioni locali che hanno spesso destinato risorse all’iniziativa e allo sviluppo delle attività della Cooperativa. E’ anche vero che l’impegno sociale non è stato il solo elemento che ha caratterizzato questi lunghi anni di Comunità: la consapevolezza di essere parte di un progetto più grande e il desiderio di sentirsi Chiesa ci ha portato verso la condivisione di momenti molto importanti con le altre Comunità locali, con le realtà parrocchiali, oltre che con le altre Fraternità della Toscana e con le altre famiglie francescane locali. A sostegno dell’impegno sociale e, anzi, come stimolo per portarlo avanti, c’è tuttavia la vita spirituale della fraternità, fatta di momenti di condivisione e di riflessione comunitaria settimanali e mensili, ritiri e formazione spirituale e, soprattutto, di agape fraterna nell’Eucarestia: essa è stata da sempre per noi tutti il passaggio cruciale dell’incontro della Comunità, sintesi perfetta tra la ricerca della spiritualità e l’impegno sociale quale risposta alla domanda “Signore, cosa vuoi che io faccia?”
La Cooperativa è nata e svolge attività dal 1987. E’ stata costituita per la volontà di dare risposte specifiche a disabili, nel quadro di un percorso di volontariato svolto nel campo dell’handicap, a sua volta espressione dell’attività di una comunità di ispirazione religiosa, l’Ordine Francescano Secolare dei Cappuccini di Arezzo.